Riportiamo in questo podcast delle testimonianze che abbiamo registrato tra il 10 e l’11 novembre di persone che stanno avendo a che fare con il dipartimento di prevenzione e tracciamento dei contagi di Trieste. Le prime 3 risalgono ai mesi passati, le altre riguardano questi giorni : servizio di appuntamenti al collasso, numeri telefonici del dipartimento di prevenzione perennemente irraggiungibili, chiamate per il tracciamento mai effettuate, contatti stretti non quarantenati, tamponi non predisposti.
Perché mentire? Perché alimentare di nuovo la creazione di un mostro e dire che la colpa è “l’omertoso, il disonesto, il novax, il no green pass” invece di criticare chi non ha predisposto i finanziamenti pubblici, lasciando per l’ennesima volta il dipartimento di prevenzione allo sbando (faticano a gestire, in questo momento, il numero di tamponi che avviene tranquillamente in una clinica privata in un giorno)?
L’altro ieri sul quotidiano locale Il Piccolo è comparso un articolo dai toni forti: la responsabile del Dipartimento di Prevenzione dell’Asugi attribuisce le colpe del mancato tracciamento alla disonestà dei contagiati. La dottoressa sarà perfettamente consapevole che è anche grazie al buon senso dei cittadini, al loro autoisolamento, ai tamponi effettuati a proprie spese che potenziali focolai vengono contenuti. Questo meccanismo mette in difficoltà molti lavoratori che si trovano nella condizione di autoisolarsi o tenere a casa i propri figli senza alcuna copertura ufficiale dal punto di vista lavorativo.
Come cittadini, vaccinati e non, chiediamo rispetto e suggeriamo ai medici del dipartimento e ai giornalisti di lottare insieme a noi contro i tagli alla sanità pubblica, contro il sovraffollamento di scuole e trasporti, contro lo specchietto per le allodole che è il green pass, piuttosto che marciare contro di noi colpevolizzandoci, creando mostri e macchiette che servono solo da capri espiatori per nascondere le cause reali.